Un silenzio assordante

Appena spenti i riflettori sul terzo anniversario del terremoto a L’Aquila,
ho ricevuto questo messaggio da un amico dell’associazione Kronos
escursionismo.
http://www.6aprile.it/


L’avevo visitata negli anni precedenti,
ci avevo passeggiato con la mia famiglia lungo il corso,
ci avevo mangiato un gelato,
stavo pian piano cominciando ad affezionarmi alla città
(e avevo anche fatto un pensierino a trasferirmici). 

Dopo il terremoto, ci sono tornato tutti gli anni a visitarla
(l’ultima volta fu questo Natale): una stretta al cuore. 
Sembrava di essere a Beirut,
check-point e militari,
rovine e case abbandonate,
e ovunque
un silenzio assordante.
E’ proprio questo che mi ha colpito di più:
l’assordante silenzio dove mi sarei aspettato
di udire rumori di macchinari e grida di operai,
impastatrici e cazzuole e quel movimento che tutti i cantieri hanno,
e che tanto piace ai pensionati e agli sfaccendati. 

E invece silenzio,
un silenzio irreale:
non il silenzio dei vecchi paesi abbandonati da anni,
quando ormai il tempo ha steso il suo velo sulle cose,
ma un silenzio nuovo,
che ancora urla e si ribella. 

Un silenzio che non riesco a dimenticare,
nonostante tutto l’assordante rumore di chiacchiere
che cerca di nasconderlo.

Mauro Orazi
6 aprile 2009 (stanotte, tre anni fà: Terremoto dell’Aquila).
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